novembre 2022
CITA E LA CITTA’
Un racconto
di Jacqueline Ceresoli
Dialogo immaginario tra Cita e la Città
Anno
6966,
dopo
la
fine
del
mondo
avvenuta
per
il
riscaldamento
globale,
un
asteroide
killer,
la
proliferazione
dei
superbatteri
resistenti
agli
antibiotici,
il
buco
nero
e
soprattutto
per
l’odio
tra
gli
umani,
misteriosamente
scampò
all’Apocalisse
Cita
de
Sapiens-Hobbit.
E’
un
esemplare
di
primate
femmina
di
rara
intelligenza,
discendente
da
parte
di
padre
dalla
stirpe
di
Rotpeter,
noto
scimpanzé
che
si
trasformò
in
un
uomo
colto
e
di
successo,
stimato
dalla
società
borghese
nei
primi
del
Novecento
per
le
sue
prodezze
intellettuali,
reso
immortale
da
Kafka
e
da
parte
di
madre
da
Cita,
la
scimmia
più
famosa
del
cinema,
fedele
compagna
di
Tarzan,
protagonista
in
50
film
dal
1934
al
1967,
che
dopo
il
suo
ritiro
da
Hollywood
iniziò
a
dipingere
opere
su
grandi
tele,
conquistando
il
mercato
dell’arte
internazionale.
Cita
de
Sapiens
Hobbit
avvilita,
esausta,
ma
non
ancora
rassegnata
al
suo
tragico
destino
di
unico
essere
vivente
sul
pianeta
Terra,
trasformata
in
una
landa
arsa
dal
sole
e
dai
gas
tossici,
sola,
annoiata
e
disperata,
iniziò
un
viaggio
alla
ricerca
di
città
come
testimonianza
di
civiltà moderne e nella speranza di trovare altri sopravvissuti.
Dopo
giorni,
mesi
di
estenuante
cammino
senza
una
meta
precisa
a
caccia
di
reperti
di
paesaggi
urbani,
Cita
intravide
in
lontananza
ruderi
di
una
città
avvolta
da
una
nube
di
fumo
denso
come
la
pece,
e
lì
si
diresse..
Tanto
più
si
avvicinava
a
quella
città
fantasma,
tanto
meno
si
abbandonava
al
desiderio
di
morire
per
eccesso
di
solitudine.
Giunta
di
fronte
a
una
facciata
di
un’
edificio
semidistrutto,
un
rudere
di
chissà
quale
architettura
in
cemento,
soffocata
da
un
cielo
violaceo
e
dall’aria
putrida,
Cita
Hobbit
alzò
lo
sguardo
quando
udì
una
voce
possente,
ferma e autorevole chiederle :
<< Chi sei e cosa cerchi qui ?>>.
Cita,
terrorizzata
alzò
lo
sguardo
nel
vuoto
e
rispose
con
voce
tremula:
<<Sono
una
scimmia–ominide,
discendente
di
Hobbit,
i
cui
reperti
furono
trovati
sull’isola
di
Flores,
in
Indonesia,
ovvero
quella
specie
primaria
del
Paleolitico,
dall’eccezionale
codice
genetico,
superiore
alla
stirpe
di
Neanderthal
e
dei
Sapiens.
Sono
in
viaggio
e
vago
alla
ricerca
di città perdute e di altri superstiti, ma dimmi tu chi sei ? >>
La voce con toni decisi rispose:
<<
Sono
la
Città,
una
vecchia
raggrinzita
signora,
ormai
rudere
vivente
dal
ventre
malato
di
modernità,
sterile
per
i
troppi
aborti
di
bruttezza,
di
violazioni
dei
vincoli
ambientali
e
di
odio,
di
guerre,
di
competizione
tra
gli
uomini
per
possedermi,
che
hanno
gareggiato
per
farmi
più
bella,
più
grande
e
potente,
sfruttando
la
miseria
e
la
sofferenza
di
molti, troppi innocenti >>
Cita
:
<<
OOHH
!
Signora
mi
creda
sono
sinceramente
lusingata
di
incontrarla,
di
parlare
con
Lei,
dunque
è
ancora
viva?
Che
gioia
immensa!>>
Città
:
<<
Ah,
Ah
….Viva…
non
so
più
cosa
significa
essere
viva,
diciamo
che
sono
in
uno
stato
di
coma
vegetale,
in
apnea
tra
l’essere
e
il
nulla.
Vivevo
nelle
architetture,
nelle
forme
di
indomita
e
maestosa
bellezza
che
mi
hanno
caratterizzata
da
una
parte
all’altra
del
pianeta,
ma
non
è
stata
opera
mia..mi
creda
,
in
realtà
sono
tutta
rifatta
e
stratifico colpe innominabili che neppure immagina>>
Cita
:<<
Signora
sono
onorata
di
averla
incontrata
sul
mio
cammino
disperato!
.Mi
creda,
l’ho
sempre
adorata,
mitizzata,
sognata
e
adesso
che,
inaspettatamente,
la
trovo
sul
mio
cammino
verso
il
nulla,
lungo
il
baratro
dell’esistenza
quando
avevo
perso
ogni
speranza
d’imbattermi
in
qualche
traccia
di
vita
o
“di
tempi
moderni
”,
ebbene
….
è
comparsa Lei!
Mia
Signora
Città,
sì,
potrei
terminare
in
questo
preciso
istante
la
mia
ricerca,
morire
qui
e
ora
,
perché
sono
appagata
di
vedere
che
ancora il suo cuore pulsa; nella catastrofe Lei è viva!
Sento
che
si
rigenererà
dalle
sue
memorie,
dalle
sue
ceneri
prima
o
poi, ma Lei non è un miraggio vero?>>
Città:<<
Nooo,
no,
no,
sono
reale
come
la
tragica
distruzione
che
stiamo
vivendo,
come
il
male
che
ho
generato
per
secoli
e
secoli
nel
mio
ventre
putrido
di
troppe
metropolitane,
tubi
del
gas,
conduttori
di
elettricità,
fogne,
tralicci
di
energia
per
cablare
il
mondo
…ecc,
ecc,
senza mai ribellarmi agli interessi degli uomini, mi sono fatta stuprare
come
una
cagna
in
calore.
Ora
pregna
di
tutto
il
male
possibile,
vedo
l’odio che ho alimentato come energia del progrosso.
Sono
il
frutto
di
uomini
assetati
di
potere,
corrotti
dall’ambizione,
privi
di
etica,
numerosi
Faust
mi
hanno
posseduta,
inumani
che
hanno
agito
in
nome
di
una
democrazia
e
liberalismo
che
ancora
non
ho
capito.
Mi
sono
lasciata
plasmare
dai
costruttori
di
imperi
effimeri,
gettando le basi nel sangue di molti.
Sono
stata
bella,
maestosa,
sempre
più
scenografica,
ricca,
viziata,
opulenta,
rassicurata
dalla
mia
sicumera
ho
agito
per
coloro
che
mi
hanno
immaginata
e
costruita.
Sono
un
concentrato
di
contraddizioni
come tutte le donne capricciose, forti del loro potere erotico.
Sono
diventata
luogo
di
culto
e
di
perdizione,
di
realizzazione
e
dannazione,
venerata
e
odiata
dalla
letteratura,
dall’arte,
dal
cinema,
dai
media,
e
da
tutti
quelli
che
mi
chiedevano
un
futuro
migliore.
Più
passava
il
tempo
e
più
mi
sono
ammantata
di
luci
per
sedurre
gli
uomini e mentire alla Natura.
Mi
hanno
innalzata,
distrutta
e
ricostruita
nei
secoli
e
nei
secoli.
Mi
hanno
comprata,
gestita
e
mantenuta
uomini
di
potere
dominati
dal
denaro e dal senso di predominare i più deboli.
Mi
ergo
sui
mattoni
dell’odio
e
non
della
democrazia,
ho
le
impalcature
radicate
nella
violenza
e
sono
tenuta
insieme
da
un
cemento ignobile: l’intolleranza tra i popoli.
Da
sempre
rappresento
il
potere
di
una
civiltà
ambiziosa,
ossessionata
dal
progresso
come
icona
del
Futuro
a
scapito
delle
vite
dei
più
deboli.
Non
sono
stata
cresciuta
nel
rispetto
degli
uni
per
gli
altri,
ma
seguendo
la
legge
del
più
forte,
nella
società
modernista
vince
chi
compra.
Sono
l’icona
di
una
Libertà
infranta,
ferita,
che
contempla
anche
la
legalizzazione
di
ingiustizie
,
della
morte
e
di
istinti
bestiali,
superiori
per brutalità a quelli degli animali>>
Cita
con
gli
occhi
colmi
di
lacrime:<<
Signora
mia,
queste
non
sono
parole ma sentenze che mi tolgono il respiro.
Condivido
il
peso
dell’autocritica,
della
consapevolezza
di
ciò
che
siamo
stati,
di
ciò
che
abbiamo
generato.
Sono
qui,
e
come
Lei
sconto
la
condanna
di
essere
sopravvissuta
alla
morte
per
ricordare
questa
carneficina
della
mattanza
umana,
annientata
dalla
vanità
effimera
come la fama.
La
sopravvivenza
in
queste
condizioni,
signora
mia
è
più
insopportabile
della
Morte.
Mi
dica
Lei,
desidera
ancora
dialogare
un
po’
con
un
scimpanzé
educato
?
Tanto
non
abbiamo
nulla
da
perdere
o
da fare le pare? >>
Città
:<<
E
perché
no…
anche
lei
cara
Cita
Hobbit
mi
desta
non
poche
curiosità,
inoltre
mi
sembra
che
abbia
molto
più
senno
di
alcuni
uomini,
lo
deduco
dalla
lucidità
delle
sue
domande
e
risposte,
mi
intenerisce
il
suo
sguardo
sgranato
sull’orrore
che
stiamo
vivendo,
mi
conquista
per
il
garbo
e
la
gentilezza
dei
suoi
modi,
il
tono
pacato
della sua voce>>
Cita
(arrossì,
abbassò
gli
occhi
e
pudicamente
sorrise):
<<
Grazie
Signora..Grazie,
ma
in
verità
non
merito
questi
complimenti,
sono
peggiore
di
come
appaio,
dietro
la
maschera
“educata”
e
del
pudore
non
trova
un
primate
inerte,
sopraffatto
dagli
uomini,
vittima
delle
circostanze
e
del
fato,
ma
una
specie
“spuria”,
la
mia
razza
ominide
che
poi
ha
generato
guerre,
dolore,
odio
e
violenza!
Anch’io
ho
le
mie
colpe!>>
Città
:<<
Ancora
di
più
mi
seduce
per
la
sua
consapevolezza
lucida
della
follia
umana
…
Allora,
si,
la
prego
mi
ponga
altre
domande
e
io
risponderò se potrò>>
Cita:<<
Ci
provo…
Lei
mi
incute
timore
Signora
mia
e
nello
stesso
tempo
la
considero
una
dea
che
spero
di
non
essermi
inventata,
come
oppio
della
mia
ragione,
per
condividere
le
colpe
di
una
modernità
malata
di
disumanità.
Siamo
entrambe
giunte
sul
precipizio
del
Nulla,
come
Lei
sento
il
macinio
insopportabile
delle
azioni
dei
miei
discendenti,
quegli
uomini
che
l’hanno
plasmata
a
loro
immagine
e
somiglianza.
Mia
Signora
a
questo
punto
siamo
complici
della
distruzione
dell’Umanità,
ma
mi
dica
Lei
perché
?
Ha
un
senso
tutto
ciò?>>
Città:<<
Ah!…
Cara
Cita
Hobbit!
Iniziamo
bene
la
nostra
conversazione
senza
pudori
per
celare
verità,
certo
lei
non
ha
mezze
misure!
Ma
la
sua franchezza mi piace e per questo sarò sincera.
Si,
mi
considero
causa
di
tutti
i
mali
perché
non
ho
inghiottito
sotto
i
crolli
le
architetture
brutte,
ho
permesso
piani
urbanistici
e
regolatori
disumani,
facilitato
speculazioni
edilizie
imbarazzanti
,
cementificato
paesaggi
naturali,
accolto
edifici
inutili,
là
dove
un
tempo
c’erano
campi, praterie e paesaggi lussureggianti.
Ho
violentato
la
Natura,
presa
dall’impeto
di
dominarla
e
d’impormi
come potenza assoluta.
Ho
tacitamente
acconsentito
alla
proliferazione
di
periferie
degradate,
di
quartieri
malfamati
percorsi
da
vie
infernali.
No,
non
sono
mai
intervenuta
quando
potevo
farlo,
agli
albori
della
mia
velocissima
evoluzione,
dall’Ottocento
al
Novecento
ho
accelerato
processi
di
sfruttamento
di
tutto
ciò
che
la
Natura
ci
dona.
Al
contrario,
ho
abbracciato
l’
industrializzazione
e
ho
urbanizzato
il
mondo
fino
al
Terzo
millennio,
quando
sono
diventata
globale,
mediatica,
gestita
da una fitta rete di comunicazioni e di scambi complessi.
Nel
quarto
e
quinto
millennio
mi
sono
espansa
in
Asia,
Antartide,
America
meridionale,
non
paga
delle
mie
conquiste,
ho
colonizzato
tutta
l’Africa
e
poi
ho
costruito
sopra
gli
oceani
,
ho
trasformato
la
foresta
amazzonica
in
un
immenso
parco
giochi
tecnologico
e
reso
abitabili
i
poli
Nord
e
Sud.
Non
mi
chieda
il
perché,
ormai
è
tutto
inutile; è il corso del progresso !.
Nel
quinto
millennio
sono
arrivati
anche
gli
alieni
a
studiare
le
nostre
evoluzioni,
affascinati
dai
bagliori
di
megalopoli
scenografiche
ipertecnologiche,
disumanizzanti
e
concepite
come
macchine
polisensoriali.
Con
gli
extraterrestri
ci
siamo
scambiati
codici,
tradizioni,
miti
e
riti,
linguaggi
e
li
abbiamo
sedotti,
corrotti
e
comprati
con
il
denaro,
ninnoli
luccicanti,
abiti
variopinti
e
l’alcool,
come
abbiamo
fatto
con
gli
indiani
d’America
e
gli
africani.
In
poco
tempo
abbiamo
colonizzato
la
Luna,
trasformata
in
un
agriturismo
luxory-
snob,
via
dalla
pazza
folla
umana,
solo
per
scrittori
e
intellettuali
falliti
a
caccia
di
ispirazioni
e
abbiamo
inaugurato
hotel
di
lusso,
centri
del
benessere,
spa
dotate
di
ogni
comfort
,
residence
per
pochi
ricchi
su
Marte, Giove e Saturno per vacanze chic di gran moda.
Si,
sì,
lo
ammetto,
ho
creduto
di
affidarmi
a
uomini
“di
senno”,
a
una
specie
carica
di
sogni
di
Bellezza
e
di
valori
di
Giustizia,
di
Libertà,
di
Eguaglianza e di Pace tra i popoli.
Ho
creduto
di
amare
uomini
capaci
e
determinati,
sostenuti
dalla
fede
nel
progresso
e
nella
tecnologia
che
agivano
sotto
l’egida
della
Democrazia,
del
rispetto
delle
differenze
culturali
e
sociali…ho
creduto….
Tutte
ideologie
infrante
come
onde
sulle
scogliere
dell’ignoranza.
Mi
sono
rimasti
cuciti
addosso
ideali
che
hanno
scritto
la
storia
della
civiltà
moderna
fallita
perché
fondata
non
sull’Umanità,
bensì
sulle
guerre
tra
i
popoli.
In
verità
il
Bello,
il
Brutto,
l’Uguale,
il
Diverso,
il
Diritto,
il
Dovere,
la
Solidarietà
e
la
Libertà
di
sentirmi
a
casa
in
ogni
parte
del
mondo
sono
diventate
parole
vuote,
prive
di
senso,
che
rimbombano in uno spazio vuoto senza produrre eco >>
Cita:<< Lei è troppo dura con se stessa!
Si
conceda
qualche
attenuante,
in
fondo
Lei
è
il
parto
di
uomini
animati
anche
da
un
ideale
modernista-liberalista
-
evoluzionista,
che
corrisponde
a
un
’impeto
imprenditoriale
di
costruire
luoghi
adatti
all’uomo,
più
sicuri,
ordinati
e
controllati.
Lei
è
figlia
dell’utopia
di
città
ideali,
di
città
giardino,
dove
tutti
sono
uguali
di
fronte
alla
legge
e
hanno
il
diritto
di
lavorare
per
riscattare
il
loro
destino.
La
considerano
come
il
luogo
ideale,
dove
è
possibile
vivere,
crescere,
produrre
e
organizzare
lo
spazio
strappato
alla
Natura
“matrigna
terribile”
e
indomabile
prima
di
averla
resa
abitabile
grazie
al
progresso,
che
l’ha
piegata
alle
esigenze
della
civiltà
moderna…
Cosa
salva
di
se
stessa?>>
Città:<<
Certo
essere
considerata
come
il
frutto
di
un
utopia
“illuminata”,
mi
lusingò
e
non
poco,
lo
ammetto
senza
falsa
modestia.
Ma
per
come
sono
andate
le
cose,
c’è
poco
da
vantarsi,
il
fallimento
della
modernità
è
evidente!
Mi
creda
cara
Cita
Hobbit,
di
me
salvo
solo
il
progetto
di
bellezza
di
alcuni
paesaggi
urbani
che
ho
generato
e
l’idea
di
uno
spazio
adatto
a
uomini
giusti
e
consapevoli
di
essere
simili
nei
sentimenti
e
nella
manifestazione
delle
emozioni
da
un capo all’altro del mondo .
La
pena
più
grande
è
di
essere
ancora
viva,
cariatide
di
me
stessa,
rantolante,
corrosa
dalla
Ragione,
dalla
sofferenza
insopportabile
di
tanta lucidità e feroce autocritica!
Sono
ancora
qui,
come
una
Eldorado
immaginifica,
mito
di
vacuità
della
grandezza
degli
uomini,
che
come
Prometeo
hanno
sfidato
Giove.
Ho
occupato
abusivamente
territori
da
una
parte
all’altra
della
Terra
e
implementato
l’ambiente
d’immondizia
e
adesso
sono
un
rudere senza vita.
Cara
Cita
vagando
troverà
testimonianze
delle
mie
espansioni,
ovunque,
s’imbatterà
nelle
tracce
di
progresso
sparse
in
questa
landa
arsa
dalla
sciagura
umana
,
abitata
da
macerie
e
carcasse
di
animali,
simili
a
“nature
morte”
o
“ready-
made”
di
bestialità
umana
che
nel
bene e nel male ha scritto la nostra storia con l’inchiostro del sangue.
Si,
mi
danno
la
coscienza
perché
sono
diventata
complice
di
mostri
crudeli,
che
hanno
agito
in
nome
del
progresso
e
di
una
Libertà,
in
realtà violata>>
Cita :<< Perché dice così?>>
Città
(
con
voce
pietrificata
dal
dolore,
come
una
Medea
dopo
aver
scoperto
la
Verità)
disse
con
tono
profetico:
<<
Sono
destinata
a
ricordare
per
l’eternità
il
male
che
ho
prodotto…
sono
memoria
nei
secoli
e
nei
secoli.
Ogni
pietra
,
mattone
o
altro
materiale
tecnologico
costruttivo
,
da
Babilonia
in
poi,
passando
per
l’Egitto,
Atene,
Roma,
le
grandi
civiltà
precolombiane,
la
città
imperiale
cinese,
Costantinopoli,
Londra,
Parigi,
Berlino,
Vienna,
Mosca,
New
York,
Tokyo,
fino
agli
Emirati
Arabi,
poi
S.Paolo,
Buenos
Aires,
Los
Angeles,
Chicago
e
le
megalopoli
post
moderne
globali
del
terzo
millennio,
le
colonie
spaziali
del
quarto
e
degli
altri
millenni
che
ho
prodotto,
tutte
quante
sono
pedine
di
una
scacchiera
di
un
gioco
perverso
e
ambiguo
come
è
la
mente
umana.
Ogni
maceria
rivela
tutto
ciò
che
sono
stata:
una,
nessuna
e
centomila,
dannata
all’eternità
perché
neppure
il
Tempo
è
ancora
riuscito
a
fermare
il
mio
istinto
evolutivo…
In
questo
metamorfico
dinamismo
competo
con
Madre
Natura..capisci
amica
mia, che si tratta di una lotta tra Titani!
Cita:<< Cosa intende dire?>>
Città:<<
Madre
Natura
mi
ha
presentato
il
conto
dello
sfruttamento
ambientale
perpetuato
nei
secoli
,
l’ho
tradita,
venendo
meno
al
rispetto della sua Vita e degli uomini !
Ho
barattato
la
mia
grandezza
con
la
sofferenza
e
la
soppressione
di
molti,
ho
sempre
avuto
bisogno
di
schiavi
per
costruire
i
miei
imperi
e,
queste
fondamenta
radicate
nell’orrore
e
nel
sangue
mi
rendono
debole di fronte alla potenza della Natura !
Riconosco
di
aver
sottratto
a
Madre
Natura
vasti
territori,
per
piacer
mio .
Sa
cara
Cita
potevamo
convivere
armonicamente,
potevamo
tutelare
l’ambiente
e
il
paesaggio
naturale,
rispettare
le
sue
leggi
più
forti
di
quelle
degli
uomini,
governate
da
un’
Armonia
evoluzionistica
che
ha
selezionato
una
specie
più
forte,
che
si
è
adattata
a
nuove
condizioni di vita nel corso dei secoli.
Cita
Hobbit,
anche
lei,
per
sopravvivere
all’estinzione
della
sua
specie
è
diventata
umana
e
poi
si
è
necessariamente
conformata
al
loro egoismo>>
Cita:<<
Signora
Città,
ha
ragione
e
sono
senza
parole,
certo
potrei
risponderle
con
sarcasmo
e
dirle
che
dietro
un
grane
uomo,
bisogna
ricordarlo,
“c’è
sempre
una
grande
scimmia
”,
ma
questa
battuta
certo
non
basta
.
Si,condivido
il
senso
di
frustrazione
e
di
fallimento
irreversibile che sta provando, è anche la mia dannazione!
Anch’io,
sono
ancora
qui,
come
Lei,
a
scontare
la
pena
di
sopravvivere
per
ricordare
chi
ho
generato,
come
testimone
di
fallimento
umano.
Condividiamo le stesse colpe!
Ho
rinnegato
le
mie
origini
animali
e
i
miei
avi
primati,
ho
odiato
i
luoghi
“selvaggi”
dove
sono
nata
e
cresciuta
perché
mi
sono
creduta
superiore
agli
altri.
Ho
fatto
di
tutto
per
raggiungere
Lei
,
mia
signora
Città,
mito
per
eccellenza
della
modernità,
sono
stata
abbagliata
dalla
sua
ricchezza,
dal
comfort,
dal
progresso
e
spinta
dal
desiderio
di
lascarmi alla spalle una Natura primordiale che mi ha generata.
Ho
imparato
a
camminare
su
due
piedi,
ho
alzato
la
testa,
mi
sono
rasata
i
peli,
profumata,
ho
imparato
a
vestirmi
secondo
le
occasioni
borghesi,
ho
studiato
le
storie
degli
uomini,
la
filosofia,
l’arte
..così
mi
sono
innamorata
di
loro
e
delle
loro
evoluzioni.
Ho
imparato
a
controllare
i
miei
istinti
e
soprattutto
ho
mentito
infinite
volte
sulla
mia
identità
usando
la
moda,
i
trucchi
e
i
modi
educati,
l’arte,
la
letteratura
e
il
cinema.Si
,
ho
mentito
a
me
stessa
e
tutto
questo
per
diventare
umana:
una
specie
che
a
torto
reputavo
superiore
alle
scimmie.
Ho
rinnegato
i
miei
avi
,
appellandomi
a
una
origine
divina
dell’essere
umano!>>
Città:<< Cita il nostro incontro non è casuale, non crede ?>>
Cita:<<
No
non
è
un
caso,
ma
è
ragionevole.
Era
necessario
confrontarci
e
assumere
le
nostre
responsabilità,
perché
noi
siamo
vittime
e
carnefici
della
civiltà
moderna,
siamo
veramente
le
uniche
sopravvissute
all’Apocalisse
dell’Umanità
?
Ma
cosa
significa
il
nostro
incontro?>>
Città:
<<Certo
le
risposte
possono
essere
più
imbarazzanti
delle
domande !
Cara
Cita
non
lo
so,
ho
una
mente
e
un’
identità
limitata
in
quanto
prodotta
dagli
uomini
a
loro
immagine
e
somiglianza.
Lei
deve
riprendere
il
suo
cammino
inesorabilmente,
come
ha
già
fatto
all’origine
della
specie
e
migrare
sempre
più
lontano.
Di
sicuro
nel
viaggio
verso
l’alba
di
un
Nuovo
Mondo
troverà
non
uomini,
ma
altri
animali
e
vegetali,
forme
di
vita
più
coese
tra
loro,
allora
li
osservi
e
impari
da
loro
a
stare
insieme
e
a
condividere
un
modello
di
comunità
solidale
organizzata,
all’insegna
di
una
giustizia
e
quindi
benessere
universale.
Mi creda Cita, se li incontrerà … allora c’è ancora una speranza di vita!
La
Natura
farà
il
suo
corso,
dopo
di
noi
ci
sarà
un
altro
Mondo
e
un’altra
volta
la
Terra
si
rigenererà
dopo
un
lungo
letargo
di
purificazione,
nasceranno
nuovi
esseri,
una
post
-.umanità
dagli
stinti
non bestiali con i più deboli.
Ma
adesso
sono
stanca,
per
favore
vada
via
e
riprenda
il
suo
cammino
perché
mi
aspettano
millenni
di
silenzio
nell’attesa
di
vedere
nascere un fiore dalle mie lacrime!>>
Cita
guardò
quel
che
restava
della
Città
ammantata
da
una
notte
eterna,
con
gli
occhi
offuscati
dalle
lacrime,
rosse
come
il
sangue,
chinò
la
testa
come
segno
di
saluto
e
riprese
il
suo
viaggio
verso
un’alba immaginata.