numero

novembre 2022

CITA E LA CITTA’

Un racconto di Jacqueline Ceresoli Dialogo immaginario tra Cita e la Città Anno 6966, dopo la fine del mondo avvenuta per il riscaldamento globale, un asteroide killer, la proliferazione dei superbatteri resistenti agli antibiotici, il buco nero e soprattutto per l’odio tra gli umani, misteriosamente scampò all’Apocalisse Cita de Sapiens-Hobbit. E’ un esemplare di primate femmina di rara intelligenza, discendente da parte di padre dalla stirpe di Rotpeter, noto scimpanzé che si trasformò in un uomo colto e di successo, stimato dalla società borghese nei primi del Novecento per le sue prodezze intellettuali, reso immortale da Kafka e da parte di madre da Cita, la scimmia più famosa del cinema, fedele compagna di Tarzan, protagonista in 50 film dal 1934 al 1967, che dopo il suo ritiro da Hollywood iniziò a dipingere opere su grandi tele, conquistando il mercato dell’arte internazionale. Cita de Sapiens Hobbit avvilita, esausta, ma non ancora rassegnata al suo tragico destino di unico essere vivente sul pianeta Terra, trasformata in una landa arsa dal sole e dai gas tossici, sola, annoiata e disperata, iniziò un viaggio alla ricerca di città come testimonianza di civiltà moderne e nella speranza di trovare altri sopravvissuti. Dopo giorni, mesi di estenuante cammino senza una meta precisa a caccia di reperti di paesaggi urbani, Cita intravide in lontananza ruderi di una città avvolta da una nube di fumo denso come la pece, e si diresse.. Tanto più si avvicinava a quella città fantasma, tanto meno si abbandonava al desiderio di morire per eccesso di solitudine. Giunta di fronte a una facciata di un’ edificio semidistrutto, un rudere di chissà quale architettura in cemento, soffocata da un cielo violaceo e dall’aria putrida, Cita Hobbit alzò lo sguardo quando udì una voce possente, ferma e autorevole chiederle : << Chi sei e cosa cerchi qui ?>>. Cita, terrorizzata alzò lo sguardo nel vuoto e rispose con voce tremula: <<Sono una scimmia–ominide, discendente di Hobbit, i cui reperti furono trovati sull’isola di Flores, in Indonesia, ovvero quella specie primaria del Paleolitico, dall’eccezionale codice genetico, superiore alla stirpe di Neanderthal e dei Sapiens. Sono in viaggio e vago alla ricerca di città perdute e di altri superstiti, ma dimmi tu chi sei ? >> La voce con toni decisi rispose: << Sono la Città, una vecchia raggrinzita signora, ormai rudere vivente dal ventre malato di modernità, sterile per i troppi aborti di bruttezza, di violazioni dei vincoli ambientali e di odio, di guerre, di competizione tra gli uomini per possedermi, che hanno gareggiato per farmi più bella, più grande e potente, sfruttando la miseria e la sofferenza di molti, troppi innocenti >> Cita : << OOHH ! Signora mi creda sono sinceramente lusingata di incontrarla, di parlare con Lei, dunque è ancora viva? Che gioia immensa!>> Città : << Ah, Ah ….Viva… non so più cosa significa essere viva, diciamo che sono in uno stato di coma vegetale, in apnea tra l’essere e il nulla. Vivevo nelle architetture, nelle forme di indomita e maestosa bellezza che mi hanno caratterizzata da una parte all’altra del pianeta, ma non è stata opera mia..mi creda , in realtà sono tutta rifatta e stratifico colpe innominabili che neppure immagina>> Cita :<< Signora sono onorata di averla incontrata sul mio cammino disperato! .Mi creda, l’ho sempre adorata, mitizzata, sognata e adesso che, inaspettatamente, la trovo sul mio cammino verso il nulla, lungo il baratro dell’esistenza quando avevo perso ogni speranza d’imbattermi in qualche traccia di vita o “di tempi moderni ”, ebbene …. è comparsa Lei! Mia Signora Città, sì, potrei terminare in questo preciso istante la mia ricerca, morire qui e ora , perché sono appagata di vedere che ancora il suo cuore pulsa; nella catastrofe Lei è viva! Sento che si rigenererà dalle sue memorie, dalle sue ceneri prima o poi, ma Lei non è un miraggio vero?>> Città:<< Nooo, no, no, sono reale come la tragica distruzione che stiamo vivendo, come il male che ho generato per secoli e secoli nel mio ventre putrido di troppe metropolitane, tubi del gas, conduttori di elettricità, fogne, tralicci di energia per cablare il mondo …ecc, ecc, senza mai ribellarmi agli interessi degli uomini, mi sono fatta stuprare come una cagna in calore. Ora pregna di tutto il male possibile, vedo l’odio che ho alimentato come energia del progrosso. Sono il frutto di uomini assetati di potere, corrotti dall’ambizione, privi di etica, numerosi Faust mi hanno posseduta, inumani che hanno agito in nome di una democrazia e liberalismo che ancora non ho capito. Mi sono lasciata plasmare dai costruttori di imperi effimeri, gettando le basi nel sangue di molti. Sono stata bella, maestosa, sempre più scenografica, ricca, viziata, opulenta, rassicurata dalla mia sicumera ho agito per coloro che mi hanno immaginata e costruita. Sono un concentrato di contraddizioni come tutte le donne capricciose, forti del loro potere erotico. Sono diventata luogo di culto e di perdizione, di realizzazione e dannazione, venerata e odiata dalla letteratura, dall’arte, dal cinema, dai media, e da tutti quelli che mi chiedevano un futuro migliore. Più passava il tempo e più mi sono ammantata di luci per sedurre gli uomini e mentire alla Natura. Mi hanno innalzata, distrutta e ricostruita nei secoli e nei secoli. Mi hanno comprata, gestita e mantenuta uomini di potere dominati dal denaro e dal senso di predominare i più deboli. Mi ergo sui mattoni dell’odio e non della democrazia, ho le impalcature radicate nella violenza e sono tenuta insieme da un cemento ignobile: l’intolleranza tra i popoli. Da sempre rappresento il potere di una civiltà ambiziosa, ossessionata dal progresso come icona del Futuro a scapito delle vite dei più deboli. Non sono stata cresciuta nel rispetto degli uni per gli altri, ma seguendo la legge del più forte, nella società modernista vince chi compra. Sono l’icona di una Libertà infranta, ferita, che contempla anche la legalizzazione di ingiustizie , della morte e di istinti bestiali, superiori per brutalità a quelli degli animali>> Cita con gli occhi colmi di lacrime:<< Signora mia, queste non sono parole ma sentenze che mi tolgono il respiro. Condivido il peso dell’autocritica, della consapevolezza di ciò che siamo stati, di ciò che abbiamo generato. Sono qui, e come Lei sconto la condanna di essere sopravvissuta alla morte per ricordare questa carneficina della mattanza umana, annientata dalla vanità effimera come la fama. La sopravvivenza in queste condizioni, signora mia è più insopportabile della Morte. Mi dica Lei, desidera ancora dialogare un po’ con un scimpanzé educato ? Tanto non abbiamo nulla da perdere o da fare le pare? >> Città :<< E perché no… anche lei cara Cita Hobbit mi desta non poche curiosità, inoltre mi sembra che abbia molto più senno di alcuni uomini, lo deduco dalla lucidità delle sue domande e risposte, mi intenerisce il suo sguardo sgranato sull’orrore che stiamo vivendo, mi conquista per il garbo e la gentilezza dei suoi modi, il tono pacato della sua voce>> Cita (arrossì, abbassò gli occhi e pudicamente sorrise): << Grazie Signora..Grazie, ma in verità non merito questi complimenti, sono peggiore di come appaio, dietro la maschera “educata” e del pudore non trova un primate inerte, sopraffatto dagli uomini, vittima delle circostanze e del fato, ma una specie “spuria”, la mia razza ominide che poi ha generato guerre, dolore, odio e violenza! Anch’io ho le mie colpe!>> Città :<< Ancora di più mi seduce per la sua consapevolezza lucida della follia umana Allora, si, la prego mi ponga altre domande e io risponderò se potrò>> Cita:<< Ci provo… Lei mi incute timore Signora mia e nello stesso tempo la considero una dea che spero di non essermi inventata, come oppio della mia ragione, per condividere le colpe di una modernità malata di disumanità. Siamo entrambe giunte sul precipizio del Nulla, come Lei sento il macinio insopportabile delle azioni dei miei discendenti, quegli uomini che l’hanno plasmata a loro immagine e somiglianza. Mia Signora a questo punto siamo complici della distruzione dell’Umanità, ma mi dica Lei perché ? Ha un senso tutto ciò?>> Città:<< Ah!… Cara Cita Hobbit! Iniziamo bene la nostra conversazione senza pudori per celare verità, certo lei non ha mezze misure! Ma la sua franchezza mi piace e per questo sarò sincera. Si, mi considero causa di tutti i mali perché non ho inghiottito sotto i crolli le architetture brutte, ho permesso piani urbanistici e regolatori disumani, facilitato speculazioni edilizie imbarazzanti , cementificato paesaggi naturali, accolto edifici inutili, dove un tempo c’erano campi, praterie e paesaggi lussureggianti. Ho violentato la Natura, presa dall’impeto di dominarla e d’impormi come potenza assoluta. Ho tacitamente acconsentito alla proliferazione di periferie degradate, di quartieri malfamati percorsi da vie infernali. No, non sono mai intervenuta quando potevo farlo, agli albori della mia velocissima evoluzione, dall’Ottocento al Novecento ho accelerato processi di sfruttamento di tutto ciò che la Natura ci dona. Al contrario, ho abbracciato l’ industrializzazione e ho urbanizzato il mondo fino al Terzo millennio, quando sono diventata globale, mediatica, gestita da una fitta rete di comunicazioni e di scambi complessi. Nel quarto e quinto millennio mi sono espansa in Asia, Antartide, America meridionale, non paga delle mie conquiste, ho colonizzato tutta l’Africa e poi ho costruito sopra gli oceani , ho trasformato la foresta amazzonica in un immenso parco giochi tecnologico e reso abitabili i poli Nord e Sud. Non mi chieda il perché, ormai è tutto inutile; è il corso del progresso !. Nel quinto millennio sono arrivati anche gli alieni a studiare le nostre evoluzioni, affascinati dai bagliori di megalopoli scenografiche ipertecnologiche, disumanizzanti e concepite come macchine polisensoriali. Con gli extraterrestri ci siamo scambiati codici, tradizioni, miti e riti, linguaggi e li abbiamo sedotti, corrotti e comprati con il denaro, ninnoli luccicanti, abiti variopinti e l’alcool, come abbiamo fatto con gli indiani d’America e gli africani. In poco tempo abbiamo colonizzato la Luna, trasformata in un agriturismo luxory- snob, via dalla pazza folla umana, solo per scrittori e intellettuali falliti a caccia di ispirazioni e abbiamo inaugurato hotel di lusso, centri del benessere, spa dotate di ogni comfort , residence per pochi ricchi su Marte, Giove e Saturno per vacanze chic di gran moda. Si, sì, lo ammetto, ho creduto di affidarmi a uomini “di senno”, a una specie carica di sogni di Bellezza e di valori di Giustizia, di Libertà, di Eguaglianza e di Pace tra i popoli. Ho creduto di amare uomini capaci e determinati, sostenuti dalla fede nel progresso e nella tecnologia che agivano sotto l’egida della Democrazia, del rispetto delle differenze culturali e sociali…ho creduto…. Tutte ideologie infrante come onde sulle scogliere dell’ignoranza. Mi sono rimasti cuciti addosso ideali che hanno scritto la storia della civiltà moderna fallita perché fondata non sull’Umanità, bensì sulle guerre tra i popoli. In verità il Bello, il Brutto, l’Uguale, il Diverso, il Diritto, il Dovere, la Solidarietà e la Libertà di sentirmi a casa in ogni parte del mondo sono diventate parole vuote, prive di senso, che rimbombano in uno spazio vuoto senza produrre eco >> Cita:<< Lei è troppo dura con se stessa! Si conceda qualche attenuante, in fondo Lei è il parto di uomini animati anche da un ideale modernista-liberalista - evoluzionista, che corrisponde a un ’impeto imprenditoriale di costruire luoghi adatti all’uomo, più sicuri, ordinati e controllati. Lei è figlia dell’utopia di città ideali, di città giardino, dove tutti sono uguali di fronte alla legge e hanno il diritto di lavorare per riscattare il loro destino. La considerano come il luogo ideale, dove è possibile vivere, crescere, produrre e organizzare lo spazio strappato alla Natura “matrigna terribile” e indomabile prima di averla resa abitabile grazie al progresso, che l’ha piegata alle esigenze della civiltà moderna… Cosa salva di se stessa?>> Città:<< Certo essere considerata come il frutto di un utopia “illuminata”, mi lusingò e non poco, lo ammetto senza falsa modestia. Ma per come sono andate le cose, c’è poco da vantarsi, il fallimento della modernità è evidente! Mi creda cara Cita Hobbit, di me salvo solo il progetto di bellezza di alcuni paesaggi urbani che ho generato e l’idea di uno spazio adatto a uomini giusti e consapevoli di essere simili nei sentimenti e nella manifestazione delle emozioni da un capo all’altro del mondo . La pena più grande è di essere ancora viva, cariatide di me stessa, rantolante, corrosa dalla Ragione, dalla sofferenza insopportabile di tanta lucidità e feroce autocritica! Sono ancora qui, come una Eldorado immaginifica, mito di vacuità della grandezza degli uomini, che come Prometeo hanno sfidato Giove. Ho occupato abusivamente territori da una parte all’altra della Terra e implementato l’ambiente d’immondizia e adesso sono un rudere senza vita. Cara Cita vagando troverà testimonianze delle mie espansioni, ovunque, s’imbatterà nelle tracce di progresso sparse in questa landa arsa dalla sciagura umana , abitata da macerie e carcasse di animali, simili a “nature morte” o “ready- made” di bestialità umana che nel bene e nel male ha scritto la nostra storia con l’inchiostro del sangue. Si, mi danno la coscienza perché sono diventata complice di mostri crudeli, che hanno agito in nome del progresso e di una Libertà, in realtà violata>> Cita :<< Perché dice così?>> Città ( con voce pietrificata dal dolore, come una Medea dopo aver scoperto la Verità) disse con tono profetico: << Sono destinata a ricordare per l’eternità il male che ho prodotto… sono memoria nei secoli e nei secoli. Ogni pietra , mattone o altro materiale tecnologico costruttivo , da Babilonia in poi, passando per l’Egitto, Atene, Roma, le grandi civiltà precolombiane, la città imperiale cinese, Costantinopoli, Londra, Parigi, Berlino, Vienna, Mosca, New York, Tokyo, fino agli Emirati Arabi, poi S.Paolo, Buenos Aires, Los Angeles, Chicago e le megalopoli post moderne globali del terzo millennio, le colonie spaziali del quarto e degli altri millenni che ho prodotto, tutte quante sono pedine di una scacchiera di un gioco perverso e ambiguo come è la mente umana. Ogni maceria rivela tutto ciò che sono stata: una, nessuna e centomila, dannata all’eternità perché neppure il Tempo è ancora riuscito a fermare il mio istinto evolutivo… In questo metamorfico dinamismo competo con Madre Natura..capisci amica mia, che si tratta di una lotta tra Titani! Cita:<< Cosa intende dire?>> Città:<< Madre Natura mi ha presentato il conto dello sfruttamento ambientale perpetuato nei secoli , l’ho tradita, venendo meno al rispetto della sua Vita e degli uomini ! Ho barattato la mia grandezza con la sofferenza e la soppressione di molti, ho sempre avuto bisogno di schiavi per costruire i miei imperi e, queste fondamenta radicate nell’orrore e nel sangue mi rendono debole di fronte alla potenza della Natura ! Riconosco di aver sottratto a Madre Natura vasti territori, per piacer mio . Sa cara Cita potevamo convivere armonicamente, potevamo tutelare l’ambiente e il paesaggio naturale, rispettare le sue leggi più forti di quelle degli uomini, governate da un’ Armonia evoluzionistica che ha selezionato una specie più forte, che si è adattata a nuove condizioni di vita nel corso dei secoli. Cita Hobbit, anche lei, per sopravvivere all’estinzione della sua specie è diventata umana e poi si è necessariamente conformata al loro egoismo>> Cita:<< Signora Città, ha ragione e sono senza parole, certo potrei risponderle con sarcasmo e dirle che dietro un grane uomo, bisogna ricordarlo, “c’è sempre una grande scimmia ”, ma questa battuta certo non basta . Si,condivido il senso di frustrazione e di fallimento irreversibile che sta provando, è anche la mia dannazione! Anch’io, sono ancora qui, come Lei, a scontare la pena di sopravvivere per ricordare chi ho generato, come testimone di fallimento umano. Condividiamo le stesse colpe! Ho rinnegato le mie origini animali e i miei avi primati, ho odiato i luoghi “selvaggi” dove sono nata e cresciuta perché mi sono creduta superiore agli altri. Ho fatto di tutto per raggiungere Lei , mia signora Città, mito per eccellenza della modernità, sono stata abbagliata dalla sua ricchezza, dal comfort, dal progresso e spinta dal desiderio di lascarmi alla spalle una Natura primordiale che mi ha generata. Ho imparato a camminare su due piedi, ho alzato la testa, mi sono rasata i peli, profumata, ho imparato a vestirmi secondo le occasioni borghesi, ho studiato le storie degli uomini, la filosofia, l’arte ..così mi sono innamorata di loro e delle loro evoluzioni. Ho imparato a controllare i miei istinti e soprattutto ho mentito infinite volte sulla mia identità usando la moda, i trucchi e i modi educati, l’arte, la letteratura e il cinema.Si , ho mentito a me stessa e tutto questo per diventare umana: una specie che a torto reputavo superiore alle scimmie. Ho rinnegato i miei avi , appellandomi a una origine divina dell’essere umano!>> Città:<< Cita il nostro incontro non è casuale, non crede ?>> Cita:<< No non è un caso, ma è ragionevole. Era necessario confrontarci e assumere le nostre responsabilità, perché noi siamo vittime e carnefici della civiltà moderna, siamo veramente le uniche sopravvissute all’Apocalisse dell’Umanità ? Ma cosa significa il nostro incontro?>> Città: <<Certo le risposte possono essere più imbarazzanti delle domande ! Cara Cita non lo so, ho una mente e un’ identità limitata in quanto prodotta dagli uomini a loro immagine e somiglianza. Lei deve riprendere il suo cammino inesorabilmente, come ha già fatto all’origine della specie e migrare sempre più lontano. Di sicuro nel viaggio verso l’alba di un Nuovo Mondo troverà non uomini, ma altri animali e vegetali, forme di vita più coese tra loro, allora li osservi e impari da loro a stare insieme e a condividere un modello di comunità solidale organizzata, all’insegna di una giustizia e quindi benessere universale. Mi creda Cita, se li incontrerà … allora c’è ancora una speranza di vita! La Natura farà il suo corso, dopo di noi ci sarà un altro Mondo e un’altra volta la Terra si rigenererà dopo un lungo letargo di purificazione, nasceranno nuovi esseri, una post -.umanità dagli stinti non bestiali con i più deboli. Ma adesso sono stanca, per favore vada via e riprenda il suo cammino perché mi aspettano millenni di silenzio nell’attesa di vedere nascere un fiore dalle mie lacrime!>> Cita guardò quel che restava della Città ammantata da una notte eterna, con gli occhi offuscati dalle lacrime, rosse come il sangue, chinò la testa come segno di saluto e riprese il suo viaggio verso un’alba immaginata.

riContemporaneo.org | opinioni, polemiche, proposte sull’arte contemporanea

Jacqueline Ceresoli  Saggista, storica e critica dell’arte, vive e opera a Milano come docente universitaria e curatrice di mostre indipendente. Collabora con diverse testate di architettura e arte. 3 | © blogMagazine pensato, realizzato e pubblicato in rete da Giorgio Seveso  dal 2011   |    Codice ISSN 2239-0235 |
© blogMagazine pubblicato in rete da Giorgio Seveso dal 2011 - Codice ISSN 2239-0235

polemiche e proposte sull’arte contemporanea

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novembre 2022

CITA E LA CITTA’

Un racconto di Jacqueline Ceresoli Dialogo immaginario tra Cita e la Città Anno 6966, dopo la fine del mondo avvenuta per il riscaldamento globale, un asteroide killer, la proliferazione dei superbatteri resistenti agli antibiotici, il buco nero e soprattutto per l’odio tra gli umani, misteriosamente scampò all’Apocalisse Cita de Sapiens-Hobbit. E’ un esemplare di primate femmina di rara intelligenza, discendente da parte di padre dalla stirpe di Rotpeter, noto scimpanzé che si trasformò in un uomo colto e di successo, stimato dalla società borghese nei primi del Novecento per le sue prodezze intellettuali, reso immortale da Kafka e da parte di madre da Cita, la scimmia più famosa del cinema, fedele compagna di Tarzan, protagonista in 50 film dal 1934 al 1967, che dopo il suo ritiro da Hollywood iniziò a dipingere opere su grandi tele, conquistando il mercato dell’arte internazionale. Cita de Sapiens Hobbit avvilita, esausta, ma non ancora rassegnata al suo tragico destino di unico essere vivente sul pianeta Terra, trasformata in una landa arsa dal sole e dai gas tossici, sola, annoiata e disperata, iniziò un viaggio alla ricerca di città come testimonianza di civiltà moderne e nella speranza di trovare altri sopravvissuti. Dopo giorni, mesi di estenuante cammino senza una meta precisa a caccia di reperti di paesaggi urbani, Cita intravide in lontananza ruderi di una città avvolta da una nube di fumo denso come la pece, e lì si diresse.. Tanto più si avvicinava a quella città fantasma, tanto meno si abbandonava al desiderio di morire per eccesso di solitudine. Giunta di fronte a una facciata di un’ edificio semidistrutto, un rudere di chissà quale architettura in cemento, soffocata da un cielo violaceo e dall’aria putrida, Cita Hobbit alzò lo sguardo quando udì una voce possente, ferma e autorevole chiederle : << Chi sei e cosa cerchi qui ?>>. Cita, terrorizzata alzò lo sguardo nel vuoto e rispose con voce tremula: <<Sono una scimmia–ominide, discendente di Hobbit, i cui reperti furono trovati sull’isola di Flores, in Indonesia, ovvero quella specie primaria del Paleolitico, dall’eccezionale codice genetico, superiore alla stirpe di Neanderthal e dei Sapiens. Sono in viaggio e vago alla ricerca di città perdute e di altri superstiti, ma dimmi tu chi sei ? >> La voce con toni decisi rispose: << Sono la Città, una vecchia raggrinzita signora, ormai rudere vivente dal ventre malato di modernità, sterile per i troppi aborti di bruttezza, di violazioni dei vincoli ambientali e di odio, di guerre, di competizione tra gli uomini per possedermi, che hanno gareggiato per farmi più bella, più grande e potente, sfruttando la miseria e la sofferenza di molti, troppi innocenti >> Cita : << OOHH ! Signora mi creda sono sinceramente lusingata di incontrarla, di parlare con Lei, dunque è ancora viva? Che gioia immensa!>> Città : << Ah, Ah ….Viva… non so più cosa significa essere viva, diciamo che sono in uno stato di coma vegetale, in apnea tra l’essere e il nulla. Vivevo nelle architetture, nelle forme di indomita e maestosa bellezza che mi hanno caratterizzata da una parte all’altra del pianeta, ma non è stata opera mia..mi creda , in realtà sono tutta rifatta e stratifico colpe innominabili che neppure immagina>> Cita :<< Signora sono onorata di averla incontrata sul mio cammino disperato! .Mi creda, l’ho sempre adorata, mitizzata, sognata e adesso che, inaspettatamente, la trovo sul mio cammino verso il nulla, lungo il baratro dell’esistenza quando avevo perso ogni speranza d’imbattermi in qualche traccia di vita o “di tempi moderni ”, ebbene …. è comparsa Lei! Mia Signora Città, sì, potrei terminare in questo preciso istante la mia ricerca, morire qui e ora , perché sono appagata di vedere che ancora il suo cuore pulsa; nella catastrofe Lei è viva! Sento che si rigenererà dalle sue memorie, dalle sue ceneri prima o poi, ma Lei non è un miraggio vero?>> Città:<< Nooo, no, no, sono reale come la tragica distruzione che stiamo vivendo, come il male che ho generato per secoli e secoli nel mio ventre putrido di troppe metropolitane, tubi del gas, conduttori di elettricità, fogne, tralicci di energia per cablare il mondo …ecc, ecc, senza mai ribellarmi agli interessi degli uomini, mi sono fatta stuprare come una cagna in calore. Ora pregna di tutto il male possibile, vedo l’odio che ho alimentato come energia del progrosso. Sono il frutto di uomini assetati di potere, corrotti dall’ambizione, privi di etica, numerosi Faust mi hanno posseduta, inumani che hanno agito in nome di una democrazia e liberalismo che ancora non ho capito. Mi sono lasciata plasmare dai costruttori di imperi effimeri, gettando le basi nel sangue di molti. Sono stata bella, maestosa, sempre più scenografica, ricca, viziata, opulenta, rassicurata dalla mia sicumera ho agito per coloro che mi hanno immaginata e costruita. Sono un concentrato di contraddizioni come tutte le donne capricciose, forti del loro potere erotico. Sono diventata luogo di culto e di perdizione, di realizzazione e dannazione, venerata e odiata dalla letteratura, dall’arte, dal cinema, dai media, e da tutti quelli che mi chiedevano un futuro migliore. Più passava il tempo e più mi sono ammantata di luci per sedurre gli uomini e mentire alla Natura. Mi hanno innalzata, distrutta e ricostruita nei secoli e nei secoli. Mi hanno comprata, gestita e mantenuta uomini di potere dominati dal denaro e dal senso di predominare i più deboli. Mi ergo sui mattoni dell’odio e non della democrazia, ho le impalcature radicate nella violenza e sono tenuta insieme da un cemento ignobile: l’intolleranza tra i popoli. Da sempre rappresento il potere di una civiltà ambiziosa, ossessionata dal progresso come icona del Futuro a scapito delle vite dei più deboli. Non sono stata cresciuta nel rispetto degli uni per gli altri, ma seguendo la legge del più forte, nella società modernista vince chi compra. Sono l’icona di una Libertà infranta, ferita, che contempla anche la legalizzazione di ingiustizie , della morte e di istinti bestiali, superiori per brutalità a quelli degli animali>> Cita con gli occhi colmi di lacrime:<< Signora mia, queste non sono parole ma sentenze che mi tolgono il respiro. Condivido il peso dell’autocritica, della consapevolezza di ciò che siamo stati, di ciò che abbiamo generato. Sono qui, e come Lei sconto la condanna di essere sopravvissuta alla morte per ricordare questa carneficina della mattanza umana, annientata dalla vanità effimera come la fama. La sopravvivenza in queste condizioni, signora mia è più insopportabile della Morte. Mi dica Lei, desidera ancora dialogare un po’ con un scimpanzé educato ? Tanto non abbiamo nulla da perdere o da fare le pare? >> Città :<< E perché no… anche lei cara Cita Hobbit mi desta non poche curiosità, inoltre mi sembra che abbia molto più senno di alcuni uomini, lo deduco dalla lucidità delle sue domande e risposte, mi intenerisce il suo sguardo sgranato sull’orrore che stiamo vivendo, mi conquista per il garbo e la gentilezza dei suoi modi, il tono pacato della sua voce>> Cita (arrossì, abbassò gli occhi e pudicamente sorrise): << Grazie Signora..Grazie, ma in verità non merito questi complimenti, sono peggiore di come appaio, dietro la maschera “educata” e del pudore non trova un primate inerte, sopraffatto dagli uomini, vittima delle circostanze e del fato, ma una specie “spuria”, la mia razza ominide che poi ha generato guerre, dolore, odio e violenza! Anch’io ho le mie colpe!>> Città :<< Ancora di più mi seduce per la sua consapevolezza lucida della follia umana Allora, si, la prego mi ponga altre domande e io risponderò se potrò>> Cita:<< Ci provo… Lei mi incute timore Signora mia e nello stesso tempo la considero una dea che spero di non essermi inventata, come oppio della mia ragione, per condividere le colpe di una modernità malata di disumanità. Siamo entrambe giunte sul precipizio del Nulla, come Lei sento il macinio insopportabile delle azioni dei miei discendenti, quegli uomini che l’hanno plasmata a loro immagine e somiglianza. Mia Signora a questo punto siamo complici della distruzione dell’Umanità, ma mi dica Lei perché ? Ha un senso tutto ciò?>> Città:<< Ah!… Cara Cita Hobbit! Iniziamo bene la nostra conversazione senza pudori per celare verità, certo lei non ha mezze misure! Ma la sua franchezza mi piace e per questo sarò sincera. Si, mi considero causa di tutti i mali perché non ho inghiottito sotto i crolli le architetture brutte, ho permesso piani urbanistici e regolatori disumani, facilitato speculazioni edilizie imbarazzanti , cementificato paesaggi naturali, accolto edifici inutili, dove un tempo c’erano campi, praterie e paesaggi lussureggianti. Ho violentato la Natura, presa dall’impeto di dominarla e d’impormi come potenza assoluta. Ho tacitamente acconsentito alla proliferazione di periferie degradate, di quartieri malfamati percorsi da vie infernali. No, non sono mai intervenuta quando potevo farlo, agli albori della mia velocissima evoluzione, dall’Ottocento al Novecento ho accelerato processi di sfruttamento di tutto ciò che la Natura ci dona. Al contrario, ho abbracciato l’ industrializzazione e ho urbanizzato il mondo fino al Terzo millennio, quando sono diventata globale, mediatica, gestita da una fitta rete di comunicazioni e di scambi complessi. Nel quarto e quinto millennio mi sono espansa in Asia, Antartide, America meridionale, non paga delle mie conquiste, ho colonizzato tutta l’Africa e poi ho costruito sopra gli oceani , ho trasformato la foresta amazzonica in un immenso parco giochi tecnologico e reso abitabili i poli Nord e Sud. Non mi chieda il perché, ormai è tutto inutile; è il corso del progresso !. Nel quinto millennio sono arrivati anche gli alieni a studiare le nostre evoluzioni, affascinati dai bagliori di megalopoli scenografiche ipertecnologiche, disumanizzanti e concepite come macchine polisensoriali. Con gli extraterrestri ci siamo scambiati codici, tradizioni, miti e riti, linguaggi e li abbiamo sedotti, corrotti e comprati con il denaro, ninnoli luccicanti, abiti variopinti e l’alcool, come abbiamo fatto con gli indiani d’America e gli africani. In poco tempo abbiamo colonizzato la Luna, trasformata in un agriturismo luxory-snob, via dalla pazza folla umana, solo per scrittori e intellettuali falliti a caccia di ispirazioni e abbiamo inaugurato hotel di lusso, centri del benessere, spa dotate di ogni comfort , residence per pochi ricchi su Marte, Giove e Saturno per vacanze chic di gran moda. Si, sì, lo ammetto, ho creduto di affidarmi a uomini “di senno”, a una specie carica di sogni di Bellezza e di valori di Giustizia, di Libertà, di Eguaglianza e di Pace tra i popoli. Ho creduto di amare uomini capaci e determinati, sostenuti dalla fede nel progresso e nella tecnologia che agivano sotto l’egida della Democrazia, del rispetto delle differenze culturali e sociali…ho creduto…. Tutte ideologie infrante come onde sulle scogliere dell’ignoranza. Mi sono rimasti cuciti addosso ideali che hanno scritto la storia della civiltà moderna fallita perché fondata non sull’Umanità, bensì sulle guerre tra i popoli. In verità il Bello, il Brutto, l’Uguale, il Diverso, il Diritto, il Dovere, la Solidarietà e la Libertà di sentirmi a casa in ogni parte del mondo sono diventate parole vuote, prive di senso, che rimbombano in uno spazio vuoto senza produrre eco >> Cita:<< Lei è troppo dura con se stessa! Si conceda qualche attenuante, in fondo Lei è il parto di uomini animati anche da un ideale modernista-liberalista - evoluzionista, che corrisponde a un ’impeto imprenditoriale di costruire luoghi adatti all’uomo, più sicuri, ordinati e controllati. Lei è figlia dell’utopia di città ideali, di città giardino, dove tutti sono uguali di fronte alla legge e hanno il diritto di lavorare per riscattare il loro destino. La considerano come il luogo ideale, dove è possibile vivere, crescere, produrre e organizzare lo spazio strappato alla Natura “matrigna terribile” e indomabile prima di averla resa abitabile grazie al progresso, che l’ha piegata alle esigenze della civiltà moderna… Cosa salva di se stessa?>> Città:<< Certo essere considerata come il frutto di un utopia “illuminata”, mi lusingò e non poco, lo ammetto senza falsa modestia. Ma per come sono andate le cose, c’è poco da vantarsi, il fallimento della modernità è evidente! Mi creda cara Cita Hobbit, di me salvo solo il progetto di bellezza di alcuni paesaggi urbani che ho generato e l’idea di uno spazio adatto a uomini giusti e consapevoli di essere simili nei sentimenti e nella manifestazione delle emozioni da un capo all’altro del mondo . La pena più grande è di essere ancora viva, cariatide di me stessa, rantolante, corrosa dalla Ragione, dalla sofferenza insopportabile di tanta lucidità e feroce autocritica! Sono ancora qui, come una Eldorado immaginifica, mito di vacuità della grandezza degli uomini, che come Prometeo hanno sfidato Giove. Ho occupato abusivamente territori da una parte all’altra della Terra e implementato l’ambiente d’immondizia e adesso sono un rudere senza vita. Cara Cita vagando troverà testimonianze delle mie espansioni, ovunque, s’imbatterà nelle tracce di progresso sparse in questa landa arsa dalla sciagura umana , abitata da macerie e carcasse di animali, simili a “nature morte” o “ready- made” di bestialità umana che nel bene e nel male ha scritto la nostra storia con l’inchiostro del sangue. Si, mi danno la coscienza perché sono diventata complice di mostri crudeli, che hanno agito in nome del progresso e di una Libertà, in realtà violata>> Cita :<< Perché dice così?>> Città ( con voce pietrificata dal dolore, come una Medea dopo aver scoperto la Verità) disse con tono profetico: << Sono destinata a ricordare per l’eternità il male che ho prodotto… sono memoria nei secoli e nei secoli. Ogni pietra , mattone o altro materiale tecnologico costruttivo , da Babilonia in poi, passando per l’Egitto, Atene, Roma, le grandi civiltà precolombiane, la città imperiale cinese, Costantinopoli, Londra, Parigi, Berlino, Vienna, Mosca, New York, Tokyo, fino agli Emirati Arabi, poi S.Paolo, Buenos Aires, Los Angeles, Chicago e le megalopoli post moderne globali del terzo millennio, le colonie spaziali del quarto e degli altri millenni che ho prodotto, tutte quante sono pedine di una scacchiera di un gioco perverso e ambiguo come è la mente umana. Ogni maceria rivela tutto ciò che sono stata: una, nessuna e centomila, dannata all’eternità perché neppure il Tempo è ancora riuscito a fermare il mio istinto evolutivo… In questo metamorfico dinamismo competo con Madre Natura..capisci amica mia, che si tratta di una lotta tra Titani! Cita:<< Cosa intende dire?>> Città:<< Madre Natura mi ha presentato il conto dello sfruttamento ambientale perpetuato nei secoli , l’ho tradita, venendo meno al rispetto della sua Vita e degli uomini ! Ho barattato la mia grandezza con la sofferenza e la soppressione di molti, ho sempre avuto bisogno di schiavi per costruire i miei imperi e, queste fondamenta radicate nell’orrore e nel sangue mi rendono debole di fronte alla potenza della Natura ! Riconosco di aver sottratto a Madre Natura vasti territori, per piacer mio . Sa cara Cita potevamo convivere armonicamente, potevamo tutelare l’ambiente e il paesaggio naturale, rispettare le sue leggi più forti di quelle degli uomini, governate da un’ Armonia evoluzionistica che ha selezionato una specie più forte, che si è adattata a nuove condizioni di vita nel corso dei secoli. Cita Hobbit, anche lei, per sopravvivere all’estinzione della sua specie è diventata umana e poi si è necessariamente conformata al loro egoismo>> Cita:<< Signora Città, ha ragione e sono senza parole, certo potrei risponderle con sarcasmo e dirle che dietro un grane uomo, bisogna ricordarlo, “c’è sempre una grande scimmia ”, ma questa battuta certo non basta . Si,condivido il senso di frustrazione e di fallimento irreversibile che sta provando, è anche la mia dannazione! Anch’io, sono ancora qui, come Lei, a scontare la pena di sopravvivere per ricordare chi ho generato, come testimone di fallimento umano. Condividiamo le stesse colpe! Ho rinnegato le mie origini animali e i miei avi primati, ho odiato i luoghi “selvaggi” dove sono nata e cresciuta perché mi sono creduta superiore agli altri. Ho fatto di tutto per raggiungere Lei , mia signora Città, mito per eccellenza della modernità, sono stata abbagliata dalla sua ricchezza, dal comfort, dal progresso e spinta dal desiderio di lascarmi alla spalle una Natura primordiale che mi ha generata. Ho imparato a camminare su due piedi, ho alzato la testa, mi sono rasata i peli, profumata, ho imparato a vestirmi secondo le occasioni borghesi, ho studiato le storie degli uomini, la filosofia, l’arte ..così mi sono innamorata di loro e delle loro evoluzioni. Ho imparato a controllare i miei istinti e soprattutto ho mentito infinite volte sulla mia identità usando la moda, i trucchi e i modi educati, l’arte, la letteratura e il cinema.Si , ho mentito a me stessa e tutto questo per diventare umana: una specie che a torto reputavo superiore alle scimmie. Ho rinnegato i miei avi , appellandomi a una origine divina dell’essere umano!>> Città:<< Cita il nostro incontro non è casuale, non crede ?>> Cita:<< No non è un caso, ma è ragionevole. Era necessario confrontarci e assumere le nostre responsabilità, perché noi siamo vittime e carnefici della civiltà moderna, siamo veramente le uniche sopravvissute all’Apocalisse dell’Umanità ? Ma cosa significa il nostro incontro?>> Città: <<Certo le risposte possono essere più imbarazzanti delle domande ! Cara Cita non lo so, ho una mente e un’ identità limitata in quanto prodotta dagli uomini a loro immagine e somiglianza. Lei deve riprendere il suo cammino inesorabilmente, come ha già fatto all’origine della specie e migrare sempre più lontano. Di sicuro nel viaggio verso l’alba di un Nuovo Mondo troverà non uomini, ma altri animali e vegetali, forme di vita più coese tra loro, allora li osservi e impari da loro a stare insieme e a condividere un modello di comunità solidale organizzata, all’insegna di una giustizia e quindi benessere universale. Mi creda Cita, se li incontrerà allora c’è ancora una speranza di vita! La Natura farà il suo corso, dopo di noi ci sarà un altro Mondo e un’altra volta la Terra si rigenererà dopo un lungo letargo di purificazione, nasceranno nuovi esseri, una post -.umanità dagli stinti non bestiali con i più deboli. Ma adesso sono stanca, per favore vada via e riprenda il suo cammino perché mi aspettano millenni di silenzio nell’attesa di vedere nascere un fiore dalle mie lacrime!>> Cita guardò quel che restava della Città ammantata da una notte eterna, con gli occhi offuscati dalle lacrime, rosse come il sangue, chinò la testa come segno di saluto e riprese il suo viaggio verso un’alba immaginata.
Jacqueline Ceresoli  Saggista, storica e critica dell’arte, vive e opera a Milano come docente universitaria e curatrice di mostre indipendente. Collabora con diverse testate di architettura e arte.